Alimentazione dei pappagalli
Perché l’alimentazione dei pappagalli è importante
I veterinari aviari di tutto il mondo concordano sul fatto che una dieta squilibrata o incompleta è un problema comune nei pappagalli addomesticati o tenuti in cattività ed è una causa relativamente comune di malessere.
Cibo di scarsa qualità, inappropriato, una quantità eccessiva di nutrienti sbagliati o una quantità insufficiente di nutrienti essenziali sono la causa di una crescita non ottimale, cattivo sviluppo e difficoltà nella riproduzione, oltre a predisporre i pappagalli a infezioni secondarie, obesità, tumori, malattie da carenza di sostanze nutritive e danni a vari organi, compresi la pelle e il piumaggio.
Detto ciò, la prima domanda che devi farti se vuoi sapere cosa dar da mangiare ai tuoi pappagalli è: “di quanta energia ha bisogno un pappagallo in cattività rispetto a uno selvatico?” In natura infatti, questi uccelli consumano una grande quantità di energia per volare, per procurarsi il cibo e anche per riprodursi e allevare i pulli; in cattività questo grande dispendio energetico non è invece necessario, tanto che è da 10 a 15 volte inferiore.
Cosa trovi in questa pagina
- 1 – Cosa mangiano i pappagalli?
- 2 – Perché il pappagallo non mangia e consigli per farlo mangiare
- 3 – Alimentazione dei Psittacidi nel dettaglio
- 3.1 – Cosa mangiano le amazzoni?
- 3.2 – Cosa mangiano le ara?
- 3.3 – Cosa mangiano i cacatua?
- 3.4 – Cosa mangiano i caicchi?
- 3.5 – Cosa mangiano le calopsite?
- 3.6 – Cosa mangia il cenerino?
- 3.7 – Cosa mangiano le cocorite?
- 3.8 – Cosa mangia il pappagallo ecletto?
- 3.9 – Cosa mangiano gli inseparabili?
- 3.10 – Cosa mangiano lori e lorichetti?
- 3.11 – Cosa mangiano parrocchetti e conuri?
- 3.12 – Cosa mangiano i Pionus?
Cosa mangiano i pappagalli?
Prima di affrontare le diete delle varie specie di pappagalli nello specifico, vediamo insieme quali sono tipi di cibo che mangiano i pappagalli.
Ci sono centinaia di specie di pappagalli nel mondo, con dimensioni, abitudini e habitat anche molto diversi tra loro; per questo motivo non è possibile parlare di una o due diete che vadano bene per tutti i pappagalli.
In generale, per quanto riguarda l’alimentazione, gli Psittacidi si possono dividere in tre categorie non esclusive:
- Consumatori di semi e noci (esempio cocorite e parrocchetti)
- Consumatori di frutta e piante (esempio le amazzoni e gli ecletti)
- Consumatori specializzati nel nettare (lori e lorichetti)
Quando si nutre un pappagallo in cattività, non è possibile replicare la sua dieta in natura, ma non è nemmeno necessario; le informazioni su ciò che mangiano allo stato selvatico vanno però tenute in considerazione come linee guida per nutrirli al meglio quando vivono in cattività, cercando sempre di offrire un’alimentazione completa e varia.
Semi e cibo secco

Come prima cosa voglio specificare che nutrire i pappagalli con una dieta formata unicamente da semi, è assolutamente sbaglio e da evitare. I semi sono certamente una parte importante nell’alimentazione della maggior parte dei pappagalli, ma non per questo devono essere l’unico cibo che mangiano.
La miscela di semi deve essere di buona qualità, priva di polvere e muffa, e con una bassa percentuale di semi di girasole; sono ottime invece le spighe di miglio, che hanno un contenuto di grassi relativamente basso e sono anche adatte al foraging.
Tra i semi consigliati per i pappagalli troviamo: cardo mariano, miglio, semi di girasole (in piccole quantità), cartamo, avena, panico, canapa, scagliola e grano saraceno.
Quando si pensa all’alimentazione ideale di un pappagallo, è importante tenere in considerazione anche il suo bisogno di masticare, attività che svolgono spesso nel loro ambiente naturale; per questo motivo possono essere inclusi nella dieta i cibi secchi e i legni sicuri (non tossici).
Le noci per esempio sono sane e molto apprezzate dai pappagalli, ma sono anche ricche di grassi e non bisogna darne loro in grosse quantità; è inoltre necessario assicurarsi che siano fresche e non rancide o ammuffite. Da evitare invece le arachidi poiché c’è il rischio che ospitino il fungo Aspergillus sp., mortale per i pappagalli.
Tra i cibi secchi consigliati per i pappagalli troviamo: noci comuni (Juglans), noci brasiliane, noci di cedro, pinoli e bacche essiccate (es.: rosa canina, ginepro e sorbo).
Frutta, verdura e legumi

Frutta
Frutta e verdura hanno un alto valore nutritivo per i pappagalli e devono sempre far parte della loro dieta; attenzione però a non lasciarli troppo tempo nella gabbia poiché deperiscono facilmente diventando così nocivi.
In generale, i frutti tropicali come la banana, il mango, la papaya e i frutti della passione contengono un livello più alto di nutrienti che beneficiano i pappagalli (in particolare le vitamine) rispetto ai frutti delle zone temperate come per esempio mele e pere. Questo non significa però che solo i frutti tropicali facciano bene ai pappagalli, ma solo che sono migliori.
Esempi di frutti adatti ai pappagalli: banana, kiwi, papaya, fragola, mela, pera, mango, pesca, arancia, mandarino, uva, ciliegia, prugna, melone, cocomero, mirtillo, ananas.
Assolutamente da evitare l’avocado perché è tossico per i pappagalli, per la stessa ragione meglio evitare anche che i pappagalli mangino i semi dei frutti.
Verdure e legumi
Così come la frutta, anche le verdure fresche sono un’ottima aggiunta alla dieta dei pappagalli; tuttavia non tutte le verdure sono nutrienti allo stesso modo: verdure come sedano e lattuga per esempio sono ricche di fibre e acqua, ma non contengono molti altri nutrienti.
Sono consigliate verdure più scure e dure come cavoli, spinaci, broccoli, così come anche verdure arancioni o gialle come carote, mais dolce, patate dolci, zucche e peperoni, in quanto sono una buona fonte di vitamina A.
Contribuiscono al benessere dei pappagalli anche i legumi, che sono ricchi di proteine e vitamine. Questi possono anche venir fatti germogliare, infatti sia legumi che semi germogliati costituiscono una fantastica fonte di nutrimento. I germogli sono ricchi di vitamine e minerali, nonché di enzimi e antiossidanti, con l’ulteriore vantaggio di essere anche molto facilmente digeribili.
Se si opta per l’utilizzo dei germogli di semi, occorre prestare attenzione alla crescita batterica: per scoraggiare fioriture batteriche nei germogli occorre procedere con un’accurata pulizia dei semi con abbondante acqua ed estratto di semi di pompelmo o aceto di sidro di mele.
Altre verdure e legumi adatti ai pappagalli sono: zucchine, tarassaco, peperoncino, finocchio, bietola, radicchio, cetriolo, cicoria, piselli, fagioli, ceci, lenticchie.
Estrusi

Gli estrusi sono alimenti per pappagalli – che ricordano un po’ le crocchette per animali – inventati diversi anni fa quando ci si rese conto che i pappagalli soffrivano di carenze nutrizionali.
Gli estrusi sono costituiti da diversi alimenti in proporzioni appropriate con l’obiettivo di fornire il giusto equilibrio di nutrienti essenziali riducendo inoltre la necessità di integratori di vitamine o minerali; questi alimenti hanno anche il vantaggio di eliminare gli sprechi di cibo, poiché non ci sono bucce e il pappagallo non può smistare il cibo per mangiare solo quello che gli piace di più.
Quanto gli estrusi assolvono al loro compito dipende principalmente dalla qualità delle materie prime utilizzate (meglio se senza coloranti e conservanti), l’efficienza del processo di fabbricazione e i metodi di stoccaggio e trasporto del prodotto finito, nonché quanto questi risultino appetibili ai pappagalli.
In commercio ci sono una grande varietà di formulazioni di estrusi e non ne esiste una adatta a tutti i pappagalli: sarà necessario scegliere quella o quelle ideate per una specie specifica in modo da soddisfare al meglio le necessità nutrizionali.
Cosa NON dare da mangiare a un pappagallo
Sono assolutamente vietati cioccolato, avocado e rabarbaro in quanto tossici per i pappagalli, così come bevande contenenti alcool o caffeina. Evita anche le carni lavorate o altri alimenti ricchi di nitrati, nitriti, solfiti o glutammato monosodico (MSG).
Oltre a ciò non bisogna dare da mangiare ai pappagalli anche dolci, zucchero, sale, cipolle, aglio, funghi, fave, asparagi, cachi, noccioli della frutta e semi di mela. Non vanno nemmeno dati latte e latticini in quanto i pappagalli sono intolleranti al lattosio, si può dar loro solo piccole quantità di formaggio duro e yogurt.
I cibi con un alto contenuto di calorie vanno limitati poiché possono portare a sovrappeso e allo sviluppo di gravi problemi di salute, come la malattia del fegato grasso.
Perché il pappagallo non mangia e consigli per farlo mangiare

Perché il mio pappagallo non mangia? Questa è una domanda che viene fatta spesso dai possessori inesperti di pappagalli e le motivazioni possono essere diverse.
I pappagalli sono animali abitudinari e alcuni di essi sono particolarmente schizzinosi per natura, scegliendo quindi di mangiare solo un certo tipo di cibo o di rifiutare quelli nuovi; per questo motivo se il tuo pappagallo si rifiuta di mangiare la causa non è necessariamente qualcosa di cui preoccuparsi.
Ricordati inoltre che i pappagalli sono animali sociali e nutrirsi con i membri dello stormo fa parte della loro routine. Nel caso di un pappagallo addomesticato lo stormo sei tu (ed eventualmente la tua famiglia), per questo sarà invogliato a mangiare se lo fai anche te e potrebbe anche volerlo fare in tua compagnia. Attenzione però a non dargli accesso ai cibi che mangi tu, alcuni di essi potrebbero essere dannosi per la sua salute!
Il mio pappagallo non mangia la frutta
Ogni pappagallo ha una sua personalità e, in quanto animali molto intelligenti, hanno preferenze e capricci.
Se il tuo pappagallo rifiuta la frutta che gli offri, prova a servirla in modi differenti per creare degli stimoli: offri diversi frutti per scoprire quali sono quelli che preferisce daglieli interi, tritati, affettati, a cubetti, sminuzzati, schiacciati, infilati in degli spiedini ecc.
Puoi ovviamente mischiare diversi frutti così come servirli in diversi modi allo stesso tempo; ricordati anche che la varietà è importante quindi non dargli sempre le stesse cose servite allo stesso modo perché il pappagallo potrebbe o annoiarsi e non mangiarli più oppure l’opposto, abituarsi a quel particolare frutto servito in quella particolare maniera e rifiutare tutto il resto.
Nel caso in cui il tuo pappagallo non mangia frutta perché è stato abituato ad una dieta composta da soli semi, puoi provare a offriglierla la mattina (senza semi), quando ha più fame, in questo modo ci sono molte più probabilità che inizi a mangiarla. Alcuni pappagalli accetteranno anche due ciotole separate, una di semi e una di frutta, mangiando un po’ di uno e dell’altro.
Alcuni suggeriscono di mescolare frutta e verdura ai semi, mettendole magari sopra di essi, ma io lo sconsiglio perché ci sono buone probabilità che il pappagallo semplicemente butti via frutta e verdura per raggiungere i suoi amati grassi semi, sprecando così cibo oltre che a non cambiare dieta.
Ricordo infine di non lasciare la frutta troppo tempo nella gabbia, specialmente nelle calde giornate estive, poiché questa si deteriorerà molto velocemente diventando poco salutare e, nel caso di una voliera esterna, attirando un gran numero di insetti.
Il mio pappagallo non mangia la verdura
Se il problema è che il tuo pappagallo non mangia la verdura, le cause e le soluzioni sono pressoché le stesse suggerite sopra per la frutta. Come già detto i pappagalli sono intelligenti e in quanto tale sviluppano sia preferenze che noia in fatto di cibi.
Proponi al tuo pappagallo diverse verdure e preparale in modi differenti, crude, cotte (perdendo però parte dei nutrienti), a pezzetti, intere ecc. Devi sperimentare, alcuni pappagalli preferiscono frutta e verdura in pezzi grandi che possono tenere con le zampe mentre altri preferiscono mordicchiarne dei pezzettini. Altri ancora preferiscono mangiare del cibo che è stato fissato alla gabbia o magari che pende da un filo.
Un altro consiglio, che vale anche per la frutta, è quello di mangiare una nuova verdura davanti al pappagallo, fagli vedere che ti piace e subito dopo dagliene un po’ per vedere se è interessato a provarla.
Ripetendo quanto detto sopra, è quasi sempre inutile mischiare verdure e semi perché probabilmente il pappagallo scarterà le prime per arrivare ai secondi, offrigli frutta e verdura la mattina e i semi alla sera o magari prova a dare tutti e due insieme la mattina ma in contenitori diversi. Non lasciare la verdura troppe ore nella gabbia perché anche questa tenderà a deteriorarsi nel tempo o a contaminarsi con piume e feci.
Il mio pappagallo non mangia gli estrusi
Un pappagallo abituato ad una dieta di soli semi può essere molto difficile da convincere a mangiare estrusi, inoltre una tecnica che funziona per un pappagallo potrebbe non funzionare con un altro.
Un primo metodo che ti consiglio per convincere il tuo pappagallo a mangiare estrusi è quello di introdurli gradualmente, mischiandoli con il cibo che già mangia oppure offrendoli in una ciotola separata.
Un’alternativa è usare la stessa tecnica che ho suggerito per frutta e verdura, ovvero offrire gli estrusi solo al mattino, quando il pappagallo è più affamato.
Un altro metodo può essere quello di riscaldare leggermente gli estrusi così da far loro rilasciare oli che potrebbero migliorarne il sapore e l’appetibilità, oppure in alternativa, sempre per renderli più appetibili, si può provare ad aggiungere appena un po’ di succo di frutta.
Anche offrire gli estrusi mentre il pappagallo condivide con te o la famiglia il pasto potrebbe incoraggiarlo ad assaggiare questo nuovo cibo.
Infine vi è un ultimo metodo che cito per completezza ma che non mi sento troppo di consigliare, ovvero rimuovere completamente qualsiasi altra tipologia di cibo forzando così la mano. Se si vuole tentare questa tecnica però bisogna monitorare attentamente lo stato del pappagallo e il suo peso per accertarsi che sia sempre in buona salute. Bisogna anche tenere a mente che un pappagallo può resistere anche diversi giorni rifiutando qualcosa che non riconosce come cibo, in alcuni casi lasciandosi anche morire di fame. Per questo motivo non consiglio questo metodo a chi non ha esperienza e, anche chi ce l’ha, dovrebbe prima consultarsi con un veterinario aviario.
Il pappagallo non mangia a causa di stress o problemi di salute
In alcuni casi la causa del rifiuto del cibo potrebbero essere stress o problemi di salute; se il pappagallo smette all’improvviso di mangiare qualsiasi tipo di alimento, allora è importante cercare di identificare immediatamente il problema.
Tra le cause più comuni troviamo sicuramente lo stress dovuto a un nuovo ambiente: se hai appena portato a casa un nuovo pappagallo, è molto probabile che questa sia la causa del rifiuto del cibo. Fortunatamente però dovrai solo lasciargli un po’ di tempo per adattarsi e abituarsi ai nuovi suoni, odori e in generale all’ambiente circostante, in un paio di giorni vedrai che inizierà a mangiare normalmente.
Se questo però non accade, consiglio vivamente di portarlo il prima possibile da un veterinario aviario per accertarsi che non ci sia un problema più serio. Il veterinario esaminerà i sintomi mostrati dal pappagallo ed eventualmente eseguire un esame delle feci e/o del sangue per verificare la presenza di parassiti, infezioni o altri problemi di salute che spesso sono la causa di un pappagallo che rifiuta il cibo.
Alimentazione dei Psittacidi nel dettaglio
Cosa mangiano le amazzoni?

In natura le amazzoni hanno accesso a semi tutto l’anno, i quali però differiscono a seconda della stagione. Le miscele di semi commerciali invece tendono a essere sempre le stesse e a essere ricche di grassi, per questo motivo non devono essere i soli alimenti nella dieta di un pappagallo amazzone, altrimenti si corre il rischio di farlo ammalare e portarlo a una morte prematura.
La dieta delle amazzoni deve contenere piccole quantità di semi ricchi di grassi, come i semi di girasole e di cartamo, non deve contenere noccioline e deve presentare una grande varietà di piccoli semi. Anche gli estrusi possono andare bene, purché siano ovviamente adatti a pappagalli della taglia delle amazzoni; gli estrusi dovrebbero idealmente costituire non più del 50% della dieta.
Quando si pensa alle proporzioni nell’alimentazione delle amazzoni bisogna inoltre tenere conto della stagione, specialmente se i pappagalli vivono in una voliera all’aperto: in estate per esempio bisognerà diminuire l’apporto di cibi grassi, mentre lo si può aumentare in inverno.
Spesso si commettono degli errori nell’approccio alla frutta: mentre i pappagalli in natura consumano frutta quando è ancora verde e, quindi, a basso contenuto di zuccheri, la maggior parte della frutta che si trova in commercio è molto dolce, in modo da risultare gradevole al palato umano. Questo si può notare facilmente confrontando una mela del supermercato con una mela selvatica, che avrà un sapore più amaro e astringente. Quando disponibili, frutti tropicali come guava, mango e papaia dovrebbero essere preferiti alla frutta che cresce in climi temperati. Quando invece non lo sono o hanno un costo proibitivo, si possono selezionare frutti con un basso contenuto di zuccheri.
Per quanto riguarda le verdure, è bene selezionare quelle ricche di fibre e beta-carotene. Tra queste troviamo zucca, patate dolci e carote, che dovrebbero essere cotte a vapore per rendere il beta-carotene più assimilabile dal punto di vista nutrizionale. Anche barbabietole e broccoli possono essere facilmente assimilati dopo essere stati cotti a vapore. Possono essere aggiunti alla dieta anche peperoncini, piselli, zucchine e molte altre verdure, così come legumi bolliti e germogli di semi, che sono ottimi per questi uccelli. I germogli dei semi di girasole e di cartamo sono in grado di convertire il grasso in energia e, quindi, aiutano a evitare problemi di obesità.
Anche le cosiddette “erbacce” come il dente di leone e la piantaggine sono ottime per la dieta, se non trattate con pesticidi. Pure gli spinaci fanno bene, ma non devono essere dati più di tre volte alla settimana a causa dell’acido ossalico, che va a inficiare l’assorbimento del calcio.
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Cosa mangiano le ara?

Le ara, specialmente quelle grandi, richiedono più cibi grassi rispetto alle altre specie di pappagalli e la loro dieta può essere integrata con noci e frutta secca simile, tuttavia questo non significa che puoi lasciar mangiare al tuo pappagallo cibi con alto contenuto di grasso in modo sconsiderato e una dieta a base solo di semi è sempre sbagliata. Una volta che un’ara si abitua a mangiare solo semi, sarà molto difficile farle provare nuovi cibi, portando così a gravi carenze nutrizionali; inoltre come tutti i pappagalli anche queste specie hanno le loro preferenze e scelgono tra il mix di semi quelli che preferiscono scartando il resto, riducendo così ulteriormente il valore nutritivo della loro alimentazione.
Le verdure fresche sono una parte importante della dieta delle ara. Diverse verdure forniscono diversi nutrienti e un mix sano garantisce una buona alimentazione contribuendo al benessere del pappagallo. Puoi cucinare le verdure od offrirle crude, intere o tritate a seconda delle preferenze dal pappagallo.
Molte delle verdure che piacciono a noi possono essere mangiate tranquillamente dalle ara, ma tieni presente che le verdure con alta percentuale di acqua non offrono molto valore nutritivo, per questo motivo è meglio evitare di offrire spesso verdure come lattuga chiara e sedano.
Tra le verdure più popolari mangiate dalle ara troviamo: broccoli, carote, pomodori, spinaci, peperoni (piccanti e non) e bietole, ma vanno benissimo anche zucche, cime di rapa e tante altre verdure. Da evitare asparagi e parti verdi e germogli delle patate.
I pappagalli amano la frutta e anche questa deve far parte della dieta delle ara, senza però esagerare. I frutti tropicali sono i migliori, come per esempio banana, papaya, mango e ananas; vanno anche bene frutti nostrani come pesche, uva, fragole, mele, pere, cocomero, melone, bacche ecc. Non fargli però mangiare i semi perché sono nocivi, inoltre bisogna ricordare che frutti ricchi di acqua non contengono molti nutrienti.
Fino a non molto tempo fa venivano raccomandate diete basate interamente sugli estrusi, ma in questo modo verrebbe a mancare la varietà di cui le ara così come gli altri pappagalli hanno bisogno; un’ara che mangia solo estrusi inoltre non riuscirebbe a soddisfare i suoi istinti naturali di foraggiamento. Integra la dieta della tua ara con estrusi ma fallo in modo bilanciato e scegliendo quelli giusto, come quelli suggeriti più in basso.
Per l’alimentazione delle ara si consiglia di predisporre una dieta composta per il 50-55% da estrusi, per il 20-25% da semi e noci e per il resto da un mix di verdure, cibi cotti e frutta, in questo ordine di quantità.
Hari Tropimix per Pappagalli Grandi
Tropimix per grandi pappagalli è un mix di cibo intero di prima qualità composto da cereali esotici, legumi, arachidi, frutta e granulare della formula Tropican. Questo speciale mix è fortificato con vitamine, minerali e amminoacidi essenziali per la salute e per un nutrimento ottimale.
Versele Laga Exotic Nuts
Deliziosi snack adatti specialmente per ara e cacatua, ma anche cenerini, ecletti e amazzoni. Questo mix esotico contiene tanta frutta secca con guscio come mandorle, arachidi, nocciole e noci del Brasile, risultando quindi perfetto come ricompensa oppure come complemento alimentare bilanciato.
Cosa mangiano i cacatua?


Così come per le altre specie di pappagalli, anche l’alimentazione dei cacatua si divide tra cibo fresco (frutta e verdura) e cibo secco (semi ed estrusi); idealmente il cibo secco dovrebbe comporre il 60% della dieta e il cibo fresco il 40%.
I cacatua che vivono in natura hanno accesso a una grande varietà di tipi di semi, che variano col variare delle stagioni. Quando si tratta delle miscele di semi commerciali invece, bisogna scegliere quelle giuste perché è molto facile trovarne di bassa qualità, i cui produttori si preoccupano più di utilizzare semi economici piuttosto che nutrienti.
Non comprare mix di semi con molti semi grassi come arachidi e semi di girasole, che sono ricchi di grassi ma carenti di calcio, vitamina A e altri nutrienti, o mix con molti semi che i cacatua non possono mangiare (mais crudo e cereali non cotti non sono commestibili per i cacatua).
Come scritto nel primo paragrafo inoltre, anche se il cibo secco deve costituire la maggior parte della dieta di un cacatua, una dieta di soli semi è sempre sbagliata: una dieta così limitata porterebbe sicuramente a deficit nutrizionali oltre che influire negativamente sulla forma fisica dei pappagalli, specialmente dei Cacatuidae che sono specie proni all’obesità. Oltre ai semi può anche essere data qualche noce occasionale.
Tra i semi migliori per i cacatua troviamo i semi di cartamo, miglio, scagliola comune, grano saraceno, cartamo giallo e semola.
Per quanto riguarda gli estrusi, esistono diverse formulazioni in vendita specifiche per i cacatua e anche per differenti fasi della loro vita o per la gestione di alcune malattie.
Frutta, verdura e foglie verdi sono fondamentali per il benessere dei cacatua e devono essere forniti giornalmente. La scelta di frutti adeguati è molto varia (evitando di far mangiare i loro semi o noccioli): uva, mele, pere, banane, mandarini, arance, manghi, fragole, bacche blu, ananas, cocomeri e meloni (questi ultimi due sono composti per la maggior parte da acqua e contengono pochi nutrienti). Evita assolutamente l’avocado perché è velenoso per i pappagalli.
Ogni pappagallo ha le sue preferenze, dovrai quindi fare diverse prove anche nella forma in cui offri loro il cibo per capire quali sono i loro gusti. Puoi anche non togliere la buccia alla frutta prima di servirla perché ci penserà il cacatua a toglierla, anzi lasciando a lui il lavoro lo farai divertire di più!
Anche tra verdure e legumi la scelta è molto varia, la maggior parte andrà servita cotta ma senza mai aggiungere sale, zucchero o qualsiasi altro condimento. Broccoli, cavolfiori, fagioli, patate, piselli, carote e mais vanno fatti mangiare cotti al cacatua, mentre carote, cetrioli e lattuga possono essere offerti crudi.
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Cosa mangiano i caicchi?


Un caicco ha un metabolismo molto veloce ed è un pappagallo molto attivo che si muove e saltella tutto il giorno, per questo motivo ha bisogno di un’alimentazione perfettamente equilibrata.
In natura i caicchi mangiano semi, bacche e frutta, quando in cattività invece, sebbene una dieta a base di estrusi sia in grado di fornire la maggior parte dei nutrienti necessari, deve comunque essere integrata con frutta e verdura fresche, così come con legumi e una buona miscela di semi.
Gli estrusi dovrebbero comporre tra il 50 e il 70 percento dell’alimentazione di un caicco in modo da mantenere una dieta equilibrata. Più in basso troverai i nostri consigli per degli estrusi di qualità adatti ai caicchi.
Oltre ad essere essenziali nella dieta, i frutti freschi sono deliziosi per i palati dei pappagalli e, i caicchi in particolare, li preferiscono alle verdure, agli estrusi e anche ai semi. La migliore concentrazione di nutrienti si trova in frutti scuri come il mango, l’ananas e la papaia, tuttavia vanno bene anche altri frutti come mela, banana, arancia, pesca, albicocca, prugna, frutto della passione, fragola, melograno, pomodori e mirtilli; evita però che il pappagallo ne mangi i semi o i noccioli. Alcuni frutti come l’uva tuttavia, hanno un contenuto di zucchero piuttosto alto e dovrebbero essere offerti in piccole quantità. Infine ricordati di non lasciare la frutta a disposizione per più di 24 ore perché potrebbero crearsi dei batteri e nuocere al pappagallo.
Le verdure rappresentano una fonte di grande nutrimento per il caicco, quelle arancioni, come carote, zucche, patate dolci e barbabietole sono un’ottima fonte di vitamina A. Ai caicchi piacciono molto anche il crescione e la lattuga, alle quali puoi aggiungere broccoli e spinaci così da completare la dieta con delle fonti di calcio. Riguardo quest’ultimo elemento, bisogna sottolineare come la vitamina D3 sia importante per il suo assorbimento e che può essere assunta in due modi: tramite la luce solare (non troppo forte) oppure tramite integratori. Infine anche lenticchie e fagioli sono una buona aggiunta alla dieta, in quanto fonti di proteine.
Anche i semi, seppur senza esagerare né tantomeno basare l’intera dieta su di essi, sono una parte importante dell’alimentazione di un caicco; tra le migliori scelte troviamo quinoa, amaranto, orzo e grano saraceno, che devono essere tuttavia cotti, germogliati o semplicemente messi a mollo perché il caicco li possa mangiare.
Vi sono infine le noci, i semi di zucca, i semi di lino, le mandorle ecc. che sono una fonte importante di acidi grassi essenziali e quindi vitali per supportare le funzioni cerebrali e corporee; tuttavia dato il loro alto contenuto di grassi devono essere mangiate dal caicco in quantità molto ridotte, come per esempio mezza noce al giorno. Questa quantità può essere eventualmente aumentata durante la stagione riproduttiva in modo da consentire alla femmina di creare le uova senza compromettere i suoi livelli di calcio.
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Estrusi a granuli adatti ai pappagalli giovani appena svezzati, che si trovano nel periodo di riproduzione o che hanno bisogno di molte proteine. Ottimi anche per facilitare la transizione da una dieta a base di semi a una a base di estrusi. Contengono calcio, vitamine, proteine e amminoacidi essenziali.
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Hari Tropimix Small Parrots è un mangime per pappagalli di taglia piccola e media costituito da estruso della formula Tropican con l’aggiunta di un mix di cereali esotici, legumi, arachidi, frutta disidratata e arricchito con vitamine, minerali e amminoacidi essenziali per la salute e per un nutrimento ottimale.
Cosa mangiano le calopsite?


Anche se la calopsitta appartiene alla famiglia dei Cacatuidae, di cui abbiamo parlato sopra, essa si distingue dagli altri cacatua e per questo motivo parleremo separatamente della sua alimentazione.
Le calopsite, come gli altri membri della loro famiglia, sono prone all’obesità, così come alla carenza di iodio e ad altri problemi legati all’alimentazione, tra cui l’autodeplumazione e la ritenzione delle uova.
Un errore comune che fanno spesso le persone inesperte è quella di dar da mangiare alla calopsitta solo semi: questo è assolutamente sbagliato e deleterio per la salute del pappagallo!
È vero che in natura le calopsite mangiano una grande varietà di semi, è anche vero che questi differiscono col variare delle stagioni e che allo stato selvatico un pappagallo consuma molta più energia che in cattività. Le miscele di semi commerciali inoltre tendono a essere ricche di grassi e carboidrati e al tempo stesso sono carenti di molti nutrienti necessari al benessere della calopsitta, per questo motivo una dieta basata su soli semi o in cui questi ricoprono una percentuale eccessiva, porterà a problemi di salute e potenzialmente alla morte prematura. In linea di massima a una calopsitta possono essere dati un cucchiaio e mezzo o due di semi al giorno, messi in una ciotola poco profonda.
Un altro problema è che le calopsite, come la maggior parte dei pappagalli, possono essere molto selettive col cibo e tenderanno a scartare tutti i semi tranne quelli che preferiscono (tra cui il grasso girasole), sbilanciando ulteriormente la loro dieta. Una miscela di semi di miglio, scagliola comune, avena, grano e altri piccoli semi costituiscono un buon mix per le calopsite addomesticate. I ramoscelli di miglio possono essere appesi nella gabbia per fornire opportunità di foraging durante il giorno. I semi di girasole possono essere dati occasionalmente come ghiottoneria o premio durante le sessioni di addestramento.
Frutta e verdura dovrebbero rappresentare circa il 20-25% dell’alimentazione quotidiana e devono essere lavati accuratamente per rimuovere eventuali sostanze chimiche nocive; consiglio inoltre di tagliarle in pezzi così da renderle più facilmente gestibili da questo piccolo pappagallo.
Le verdure chiare, con un’elevata composizione di acqua come la lattuga e il sedano sono tuttavia poco nutrienti e bisogna tenerne conto. Tra le verdure adatte alle calopsite troviamo spinaci, cime di rapa, bietole, senape, broccoli, scarola, cicoria, pomodori secchi, carote grattugiate, cavoli verdi, pannocchie di granturco, indivia, zucca e patata dolce.
Tra i frutti adatti alle calopsite troviamo invece mango, melone, nettarina, papaia, pesca, banana, uva, arancia, mandarino. Assicurati che la calopsitta non mangi i semi o i noccioli della frutta perché alcuni possono essere molto pericolosi, come per esempio quelli di mele e ciliege che contengono tracce di cianuro.
Puoi anche lasciare un osso di seppia nella gabbia per aiutare a mantenere le riserve di calcio.
Vi sono infine gli estrusi, che sono creati per soddisfare tutte le esigenze nutrizionali dei pappagalli; essi sono disponibili in diverse formulazioni adatte alle differenti fasi della vita e per la gestione di alcune malattie. Sarà molto più facile abituare la calopsitta a mangiare estrusi se questi vengono offerti sin dalla giovane età, mentre sarà più difficile quando la calopsitta è già adulta e abituata ad altri alimenti. In una dieta a base di estrusi questi dovrebbero idealmente rappresentare circa il 70-80% della dieta delle calopsite.
- MANITOBA
- COMPOSIZIONE: Cereali, semi
- CONFEZIONE DA 1KG
Cosa mangia il pappagallo cenerino?


I cenerini sono inclini alla carenza di vitamina A, vitamina D e calcio, così come sono proni all’obesità; per questi motivi traggono beneficio nel mangiare verdura ad alto contenuto di beta-carotene come le patate dolci cotte, le carote e il cavolo fresco per la vitamina A, mentre per la vitamina D fanno bene le verdure a foglia verde e l’esposizione alla luce solare (non troppo forte). Bisogna inoltre assolutamente evitare le diete a base di semi, i quali devono costituire solo una piccola parte dell’alimentazione di questi pappagalli.
Per i cenerini è ottimale una dieta equilibrata a base di estrusi (circa il 75-80%), che verrà poi completata con frutta, verdura e qualche seme, senza bisogno di aggiungere integratori di vitamine o minerali.
Fai mangiare al cenerino verdure arancioni, rosse e gialle come zucche, peperoni, carote e patate dolci poiché contengono vitamina A (essenziale per il sistema immunitario, i reni, la pelle e il piumaggio). Altre verdure, legumi e piante adatti all’alimentazione del cenerino sono anche cavolo, tarassaco, broccoli, pomodori, zucchine, jalapeño, cavolfiore, mais bietola, piselli, scarola, fagioli verdi e gialli, prezzemolo, cime di rapa, lenticchie e ceci.
Tra la frutta che può mangiare il cenerino troviamo invece meloni, kiwi, mele, manghi (senza buccia), papaye (senza buccia), uva, arance, mirtilli, more, lamponi, fragole, cocomeri, banane, ananas, ciliegie, pompelmi, mandarini, pesche, nettarine, fichi, noci di cocco, guava, frutti della passione, pere, fragole e melograni.
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Cosa mangiano le cocorite?


Se si sceglie una dieta a base di estrusi, questi dovrebbero comporre circa il 75-80% dell’alimentazione, da integrare poi con frutta, verdura e semi occasionali. In caso non si ricorra a una dieta basata sugli estrusi, sarà molto importante assicurarsi di fornire un’alimentazione ben bilanciata che garantisca tutte le sostanze nutritive necessarie, magari anche consultandosi con un veterinario aviario.
I parrocchetti ondulati sono uccellini attivi e amano volare, per questo hanno bisogno di reintegrare l’energia spesa; ciò non significa però che una dieta a base di grassi semi sia giusta per loro, anche perché, così come le calopsite, ne possono diventare facilmente dipendenti. Una dieta scadente è infatti responsabile di molti decessi tra le cocorite, prendendo di sorpresa i proprietari più inesperti che le nutrono esclusivamente di mix di semi che, secondo i produttori, coprono tutte le esigenze nutrizionali del pappagallo, cosa che in realtà non fanno!
I semi devono essere freschi, poiché hanno una durata limitata, oltre la quale perdono la maggior parte dei nutrienti; lo stesso problema si verifica quando il seme è stato esposto a luce diretta o troppo calore. Le cocorite amano i semi oleosi e tendono a scartare gli altri tipi di cibo in loro favore, considera però che questi semi sono per loro l’equivalente di patatine fritte e hamburger presi in un fast food. Cerca quindi di non dargliene troppi, circa il 10% della miscela dovrebbe andare.
Alcuni esempi di semi adatti alle cocorite sono amaranto, orzo, grano saraceno, avena, segale, mais dolce, miglio, girasole (in piccole quantità), semi di zucca e sesamo.
Una buona alternativa ai semi secchi sono quelli germogliati, i quali contengono una maggiore varietà di sostanze nutritive. È importante che i semi germogliati non fermentino o non ammuffiscano, in quanto potrebbero far ammalare il tuo pappagallo. Gli stessi semi germogliati possono essere fatti mangiare nell’arco di più giorni, ma devi assicurarti di sciacquarli ogni giorno e di conservarli in un luogo fresco. Se iniziano a odorare di fermentato, alcol o muffa, buttali via perché i batteri e la muffa possono causare seri problemi di salute.
Le verdure sono una componente importante della dieta di una cocorita e vanno fornite quotidianamente e fresche. Tuttavia se gli escrementi dovessero diventare acquosi, vorrebbe dire che probabilmente sono stati dati troppi cibi freschi, problema facilmente risolvibile eliminandoli dalla dieta per un giorno o due. Tra le verdure, legumi e foglie verdi adatti alla cocorita ci sono melanzane, barbabietole, broccoli, cavoletti di Bruxelles, carote, cavolfiore, sedano (solo steli), bietole, zucchine, cetrioli, finocchi, cavoli, prezzemolo, piselli verdi e gialli, peperoni di ogni tipo (anche piccanti), zucche, ravanelli, verza, spinaci, patate dolci, mais dolce, pomodori (maturi), basilico, erba cipollina, dragoncello, lenticchie e ceci.
La frutta è importante e salutare, ma non esagerare con i frutti molto ricchi di zucchero, piccole quantità un paio di volte alla settimana possono andare. Ecco una lista di frutta adatta alla cocorita: mela (senza semi!), banana, mirtilli, ciliegie (senza nocciolo, ribes (nero, rosso e bianco), uva (senza semi), guaiava, kiwi, mango, melone, gelso (sia frutto che foglie), nettarine (senza nocciolo), arance e affini (clementine, mandarini ecc.), papaie, frutti della passione, pesca (senza nocciolo), pere (senza semi!), cachi (solo quelli maturi), ananas, prugne, lamponi e fragole.
Cosa mangia il pappagallo ecletto?


Gli ecletti sono specialisti tra i pappagalli, hanno un tratto digestivo più lungo rispetto agli altri che, in natura, li ha fatti adattare ad una dieta molto ricca di fibre composta per la maggior parte da frutta.
Le regole generali che possono funzionare per le altre specie non sempre si adattano ai pappagalli ecletti, inoltre per alcuni di essi le diete a base di estrusi possono non andare bene. È noto che le diete ad alto contenuto di estrusi causano un sovradosaggio di vitamine e altri nutrienti negli ecletti con conseguenze quali picchiettio delle dita dei piedi, movimenti rapidi delle ali e comportamenti indesiderati come urla e aggressività. A meno che non venga diagnosticata con esami del sangue una carenza di vitamine o minerali, non dovrebbero essere forniti integratori di queste due sostanze.
L’alimentazione di un ecletto dovrebbe essere costituita circa dal 70-80% di frutta e verdura fresche (circa due terzi di verdure e un terzo di frutta), mentre il restante 20-30% da legumi, foglie verdi, semi germogliati (meglio evitare quelli secchi) ed eventualmente piccole quantità di estrusi e/o frutta secca. La dieta di questi pappagalli deve essere ricca di B-carotene e proteine vegetali, ma anche povera di grassi.
Tra le verdure migliori che gli ecletti possono mangiare troviamo, peperoni, peperoncini (sono salutari ma vanno dati in piccole quantità), fonti ricche di B-carotene e fibre come carote, patate dolci e mais (quest’ultimo solo un paio di volte la settimana mentre le prime due quotidianamente). Anche le verdure a foglia verde scure sono un’ottima fonte di B-carotene, buoni esempi sono le foglie di tarassaco, il cardo mariano, il bok choy, gli spinaci e le cime di carote. Meglio limitare invece i componenti vegetali verdi derivanti dalla famiglia delle Brassicaceae come broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavoli, senape e cime di rapa poiché contengono ossalati e possono interferire con l’assorbimento di altri nutrienti.
Tra i frutti migliori che gli ecletti possono mangiare troviamo banane, mango, pawpaw, frutto della passione, melone, anguria, frutti di bosco, melograno e kiwi. Mele, pere e arance dovrebbero essere fornite in quantità minori.
Anche i legumi sono molto importanti per l’apporto di fibre e proteine vegetali, tra i migliori troviamo ceci, fave, lenticchie e soia leggermente ammorbiditi. I legumi non ammollati contengono antimetaboliti potenzialmente pericolosi, quindi è sconsigliato farglieli mangiare crudi.
Infine, come accennato sopra, sono sconsigliati i semi secchi, dovrebbero essere forniti solo germogliati poiché, grazie alla trasformazione biochimica che subiscono in questa fase, convertono nutrienti come carboidrati e oli in una più ampia varietà di nutrienti più altamente digeribili. Bisogna fare molta attenzione però che questi non vengano contaminati da batteri, funghi e muffe. Gli stessi semi germogliati possono essere fatti mangiare nell’arco di più giorni, ma devi assicurarti di sciacquarli ogni giorno e di conservarli in un luogo fresco. Se iniziano a odorare di fermentato, alcol o muffa, buttali via perché i batteri e la muffa possono causare seri problemi di salute.
Cosa mangiano gli inseparabili (Agapornis)?


In natura gli inseparabili hanno accesso a semi tutto l’anno, i quali però differiscono a seconda della stagione. Le miscele di semi commerciali invece tendono a essere sempre le stesse e a essere ricche di grassi, per questo motivo non devono essere i soli alimenti nella loro dieta, in caso contrario potrebbero ammalarsi e anche morire prematuramente.
Una dieta a base di estrusi è adatta per gli inseparabili, se non abituati sin dalla giovane età però, potrebbe essere difficile farglieli accettare una volta adulti. In questo tipo di dieta gli estrusi dovrebbero costituire circa il 75-80% dell’alimentazione.
Frutta, verdura e foglie verdi comporranno il restante 20-25% della dieta, ma non sono esclusi tuttavia dei semi in quantità moderate (circa 2-3 volte alla settimana); tra i semi più adatti agli inseparabili troviamo scagliola, miglio giallo, miglio bianco e avena, ma possono anche mangiare semi di girasole, cartamo, grano saraceno, panico e sorgo rosso, senza però esagerare.
Tra le verdure adatte agli Agapornis troviamo carote, broccoli, zucchine, zucca, patate dolci cotte e verdure a foglia verde scure come lattuga romana, spinaci, piselli, cavolo, cavolo cappuccio, cicoria, foglie di tarassaco e di rapa. Ricordati comunque che le verdure chiare composte da una buona parte di acqua come la lattuga, la lattuga iceberg e il sedano, non contengono molte sostanze nutritive.
In generale per i pappagalli sono preferibili i frutti tropicali, nonostante quelli importati contengano meno nutrienti di quelli che sono potuti maturare attaccati all’albero, tuttavia anche i frutti nostrano possono andare. Tra la frutta che gli inseparabili possono mangiare troviamo banane, kiwi, mango, papaia, mele, uva e pere. Non far mangiare al pappagallo i semi o i noccioli perché alcuni di essi sono nocivi.
Infine puoi anche lasciare un osso di seppia nella gabbia per aiutare a mantenere le riserve di calcio.
Cosa mangiano lori e lorichetti?


L’alimentazione dei lori e dei lorichetti è molto diversa da quella degli altri pappagalli: essi si sono infatti specializzati nel mangiare polline e nettare grazie alla loro lingua a pennello; per questo motivo la loro alimentazione in cattività non può essere la stessa delle altre famiglie di pappagalli ma deve essere formulata in modo tale da soddisfare i loro bisogni nutrizionali.
Idealmente lori e lorichetti in cattività dovrebbero mangiare una formula creata appositamente per loro (75-80%) integrata da cibo fresco (20-25%). In commercio si trovano vari sostituti al nettare e polline che questi pappagalli mangiano in natura, essi però vanno miscelati in piccole quantità e cambiati almeno due volte al giorno poiché si deteriorano facilmente. Bisogna ricordarsi inoltre di servire sempre queste miscele in piatti puliti.
Come accennato sopra, la dieta a base di nettare e polline va integrata con cibo fresco: tra le verdure migliori ci sono quelle arancioni come carote, patate dolci e zucche. Altre buone scelte di cibo fresco sono mele, fagioli, bacche, broccoli, uva, mango, melone, pere, spinaci, mais dolce (fresco), arance e fragole.
Frutta e verdura vanno servite già affettate oppure frullate aggiungendo alcuni semi germogliati. Non mischiare il cibo fresco con la formulazione di nettare e polline. Infine non lasciare il cibo più di 24 ore nella gabbia perché si deteriora velocemente contribuendo alla proliferazione batterica.
Questa dieta quasi esclusivamente liquida fa sì che anche gli escrementi di lori e lorichetti siano particolarmente liquidi, considerando poi che questi vengono espulsi a spruzzi, spesso anche fuori dalla gabbia, se vuoi tenere uno di questi pappagalli in casa devi abituarti all’idea di passare molto tempo a pulire.
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- Non devono essere somministrati integratori di vitamina o minerali ai pappagalli...
- Apporto giornaliero: il consumo di uccelli varia tra 7-10 g di gel secco e...
Cosa mangiano parrocchetti e conuri?


Data l’estrema varietà delle specie di pappagalli appartenenti a queste categorie, è molto difficile fornire indicazioni alimentari che vadano bene per tutte, scriverò quindi solo qualche indicazione generale e consiglio di leggere le schede dei pappagalli presenti in archivio per dei suggerimenti più specifici.
Anche se parrocchetti e conuri in natura sono principalmente granivori, come per le altre specie bisogna evitare le diete a base di semi perché le miscele commerciali tendono a contenere semi di bassa qualità a/o molto grassi, portando così a problemi di obesità e carenze di sostanza nutritive importanti. I conuri sono vulnerabili alla carenza di calcio e vitamina A e sono proni all’obesità.
Come regola generale le diete a base di estrusi devono essere composte da circa il 75-80% di quest’ultimi e integrate con cibo fresco e semi occasionali.
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Cosa mangiano i Pionus?


In natura i Pionus hanno mangiano una grande varietà di cibi, dai semi degli alberi tropicali, ai frutti, al nettare dei fiori, per questo quando tenuti in cattività è importante garantire loro un’alimentazione sana ed equilibrata.
A meno che per qualche motivo non si sia impossibilitato a farlo, raccomando per i pionus una dieta composta dall’80% di frutta, verdure e semi e dal 20% di estrusi.
Le verdure sono molto importanti nell’alimentazione dei Pionus e dovrebbero comporre la maggior parte della dieta, tra le migliori che possono mangiare troviamo cavoli, barbabietole, crescione, carote, patate dolci e zucche; verdure come spinaci e broccoli forniscono calcio (puoi anche lasciare un osso di seppia nella gabbia) mentre le verdure scure forniscono vitamina A.
Tra la frutta migliore per i Pionus c’è l’uva (apprezzata dalla maggior parte dei pappagalli), fragole, bacche blu che forniscono ossidanti, mele (non far mangiare i semi!), arance, mandarini e banane. In generale tuttavia i frutti migliori sono quelli tropicali (mai l’avocado perché è nocivo!), anche se quelli che troviamo qui sono importanti e di conseguenza contengono meno nutrienti rispetto a quelli che possono maturare sulle piante nei loro paesi d’origine.
I semi devono costituire una piccola parte della dieta dei Pionus, meglio ancora se sono stati cotti o immersi nell’acqua per renderli più facili da mangiare. Tra i semi più adatti ai Pionus troviamo avena, scagliola, miglio, cartamo e girasole (pochi!).
Un’ottima alternativa ai classici mix di semi sono quelli germogliati, che contengono una maggiore varietà di sostanze nutritive. È importante che i semi germogliati non fermentino o non ammuffiscano, in quanto potrebbero far ammalare il tuo pappagallo. Gli stessi semi germogliati possono essere fatti mangiare nell’arco di più giorni, ma devi assicurarti di sciacquarli ogni giorno e di conservarli in un luogo fresco. Se iniziano a odorare di fermentato, alcol o muffa, buttali via perché i batteri e la muffa possono causare seri problemi di salute.
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Estrusi a granuli adatti ai pappagalli giovani appena svezzati, che si trovano nel periodo di riproduzione o che hanno bisogno di molte proteine. Ottimi anche per facilitare la transizione da una dieta a base di semi a una a base di estrusi. Contengono calcio, vitamine, proteine e amminoacidi essenziali.
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